Grazie Raoul per permettermi di sperare in un mondo migliore


Ieri sera, durante la festa di compleanno di una mia amica, Danilo Melandri si avvicina a me accompagnato da Raoul, un bambino di 9 anni.
Danilo mi dice che Raoul è uno dei donatori che il 7 settembre scorso ha sostenuto l’iniziativa in favore del Progetto Miriam Uganda.
Parlando con il bambino ho saputo che si era felicemente privato della sua paghetta settimanale, del valore di 5€, per destinarla alle bambine del Centro Father Wembabazi in Uganda.
La cosa in un primo momento mi ha decisamente spiazzato, non mi aspettavo che un bambino così piccolo potesse volontariamente destinare una così importante somma, per la sua età, ai bisogni di altre bambine, che neanche conosce, piuttosto che investirla in desideri propri.
In seguito, parlando con i genitori di Raoul, è emerso che spesso i desideri del bambino erano espressi in favore dei bisogni degli altri, dei più deboli, dei più poveri.
Personalmente non credo si nasca con questa virtù, e per averla a soli 9 anni, vuole dire che l’educazione datagli dai genitori è superlativa.
L’accaduto ha incrementato la mia speranza in un futuro migliore anche se purtroppo di bambini ne ho conosciuti e ne conosco tanti nel mio quotidiano ma come Raoul, ad oggi, ne ho incontrati davvero pochi.
Resto però convinto che su questi pochi possiamo contare per avere un mondo migliore, inclusivo, senza frontiere, ma soprattutto senza barriere che non tenga più conto del colore della pelle, della religione o la lingua, proiettato all’aiuto del più debole piuttosto che ad ingrassare il proprio “io”.
Quell’“io”, che a mio parere, ci condurrà all’azzeramento del senso morale della razza umana.

Mauro Tripodi
Presidente AICO

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