Il progetto nasce dopo l’incontro tra il Direttore della prigione Ndorwa di Kabale e i volontari AICO, tenutosi dell’ottobre 2013.
Durante il colloquio emergeva che all’interno del reparto femminile vivevano dei bambini.
Questa condizione era dettata dall’impossibilità di affidare i minori ad altri parenti in seguito all’arresto delle madri.
Il governo ugandese non prevede la permanenza dei bambini nelle prigioni e quindi non fornisce alimenti adeguati alla loro alimentazione.
Per questo motivo, il Direttore della prigione, chiedeva di fornire cibo adeguato all’età dei bambini.
I volontari, dopo una consultazione telefonica con il Consiglio Direttivo, confermavano al Direttore della prigione l’impegno immediato dell’associazione.
Dall’ottobre 2013 ci prendiamo cura dei bambini e le donne in gravidanza che transitano nella prigione.
Nel 2015 abbiamo presentato un progetto per la ristrutturazione del reparto.
Il primo giugno 2016, l’accordo di collaborazione con la Direzione Nazionale delle Prigioni si è concluso.
Per il rinnovo dell’accordo abbiamo proposto la fornitura di latte in polvere di ottima qualità da sostituire con il latte fresco al fine abbattere i costi di gestione, che gravano sensibilmente sul costo progetto.
Con la fornitura di latte in polvere si sarebbero abbattuti i costi di gestione a favore di eventuali altri investimenti verso i bambini.
Dall’inizio vi è stato un parere favorevole alla proposta, ma i contatti, con le autorità si sono inspiegabilmente interrotti.
Durante la Missione (20-29 settembre 2016) esternando la nostra frustrazione ai frati francescani, che hanno ospitato i nostri volontari, e palesando la volontà a continuare l’operato in favore dei bambini della prigione, ci veniva consigliato di prendere contatti con un convento di suore che si trova nelle vicinanze della prigione.
Cosi abbiamo fatto e le suore, che già visitano la prigione hanno immediatamente accolto la nostra proposta di collaborazione aggiungendo che se avessimo dato loro una mucca di ottima qualità avrebbero potuto consegnare quotidianamente il latte necessario per i bambini e allo stesso tempo avrebbero anch’esse usufruito del latte eccedente per la loro missione, offrendo anche di prendersi cura dell’animale e delle successive nascite al fine di dare continuità all’iniziativa.
Nei primi mesi del 2017 alcune delle persone che hanno aderito alla richiesta di contribuire all’acquisto della mucca ci facevano richiesta di notizie quindi abbiamo chiesto spiegazione sul ritardo alle nostre partner, che continuavano a dirci che non era stata trovata ancora la persona giusta per il lavoro.
A maggio 2017, in seguito alla nostra missione in Uganda, abbiamo voluto verificare la situazione anche per dare una risposta ai tanti sostenitori che ci chiedevano notizie.
Non vi neghiamo che abbiamo temuto per il peggio, ovvero che i nostri fondi fossero stati spesi per altre esigenze, ma quando abbiamo constatato la situazione ci siamo dovuti ricredere e pentire di aver pensato male delle nostre partner di progetto.
Infatti le suore quando avevano sottoscritto l’accordo con noi non pensavano di ricevere i fondi in così poco tempo e avendo preso l’impegno hanno dovuto mettere pian piano da parte i fondi che gli necessitavano per acquistare il materiale per la stalla, la bonifica del terreno dove farla pascolare e per poter pagare la persona che doveva prendersene cura.
Ovviamente loro non hanno avuto la nostra possibilità e rapidità di raccogliere fondi e quindi poverine non sapevano come dirci che il progetto si sarebbe realizzato ma che loro ancora non avevano tutti i fondi.
Nella visita che il nostro delegato gli ha fatto per riscontare la cosa, le suore gli hanno mostrato tutti i fondi che noi gli avevamo mandato e i lavori che con fatica avevano fatto per avviare il progetto.
Si sono rese anche disponibili a restituire tutti i fondi scusandosi per la loro mancanza.
Alla luce di quanto verificato e dei lavori fatti, abbiamo ovviamente deciso di lasciargli i fondi e di dargli ancora tempo per terminare il loro lavoro.
Le suore felici per la nostra decisione hanno confermato che ormai era quasi tutto pronto e che presto acquisteranno la mucca.
I tempi occidentali e africani non coincidono mai, anche nelle opere di carità ma la serietà di un partner è fondamentale per la buona riuscita, anche se si deve attendere con pazienza.
Il 28 luglio 2017, le suore comunicavano che finalmente era pronte per il proseguo del progetto, ma soprattutto ci informavano che avevano acquistato la mucca e avevano anche trovato la persona idonea a prendersene cura.
Nel febbraio 2018 la mucca ha partorito un bel vitellino e le Suore hanno quindi potuto avere a disposizione il latte necessario per i bambini della prigione.
Per gestire al meglio il progetto e mantenere anche il vitello, che in Uganda è come possedere un piccolo tesoro, le suore hanno dividono in modo adeguato, il latte che riescono ad ottenere dalla mucca; una parte va ai bambini della prigione, una parte alimenta il vitello, una parte viene venduta e il ricavato viene utilizzato sia per pagare la persona che si occupa degli animali sia per acquistare il latte per quando la mucca smette l’allattamento.
Un ottima gestione del bene primario.
Continueremo a tenervi aggiornati…